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Da Superga a Stupinigi: la Torino di Filippo Juvarra (pt.2)

Il primo grande incarico ufficiale ricevuto da Filippo Juvarra alla corte dei Savoia era stato la Basilica di Superga (di cui si è parlato in quest’articolo). Ad una ventina d’anni da quel progetto, Filippo Juvarra è giunto all’apice della sua maturazione artistica e crea il suo capolavoro indiscusso: la celebre Palazzina di caccia Stupinigi.

Palazzina di caccia Stupinigi. Filippo Juvarra, 1729-1733

Situata a poco più di 10 km da Torino, la Palazzina di caccia Stupinigi fu costruita tra il 1729 e il 1733 sulla base del progetto di Filippo Juvarra. Posta su un asse visivo che la congiunge alla Venaria, costituiva la nuova residenza venatoria richiesta da re Vittorio Amedeo II all’architetto. 

Questo palazzo andava a completare la “corona di delizie” che costellava territorio suburbano di Torino, ossia l’insieme delle Residenze Reali volute dai Savoia intorno alla città.

Alcuni disegni di Filippo Juvarra riferibili a questo edificio sono conservati nella Biblioteca Nazionale e nel Museo Civico di Torino. Essi mostrano la planimetria complessa e mossa che Juvarra immagina per il palazzo: da un corpo centrale si dipartono quattro bracci diagonali dove erano ospitati gli appartamenti dei principi e della corte.

Primo schizzo della progetto, Palazzo Madama
Pianta definitiva della Palazzina

Partendo da un’impostazione geometrica, Juvarra elaborò un progetto che sviluppava in maniera organica l’idea di una residenza destinata allo svago. Non solo alla caccia, ma anche ai ricevimenti e ai balli. La partizione delle superficie è scandita ritmicamente da finestre, cornicioni e lesene nettamente delineati. 

Davanti al corpo centrale si apre una grande corte a pianta esagonale. Fin dall’età giovanile, Juvarra aveva sperimentato piante a geometria esagonale, come quella del “Progetto ideale di delizia per tre personaggi illustri”, primo premio al Concorso Clementino dell’Accademia di San Luca del 1705. Ai vertici di questo cortile e in asse con il viale d’accesso sono collocate la cancellata d’ingresso e la grande sala ellittica.

Prospetto dell’edificio
(salone centrale in asse con cancellata d’ingresso)

Il fulcro del complesso è un salone ellittico a doppia altezza con balaustra. Questo ambiente è ornato da un grande affresco, opera dei fratelli Valeriani, che rappresenta il mito di Diana, dea della caccia (la scelta del tema è chiaramente dettata dalla natura dell’edificio).

Giuseppe e Domenico Valeriani, romani di nascita ma veneziani per formazione, erano reduci da una carriera da scenografi in una città dalla fervida attività teatrale. Nel Salone centrale della palazzina questo emerge dalla ricerca di effetti di spettacolarità. Esibiscono sulle pareti tutto il repertorio di forme e figure di gusto Rococò (conchiglie, efebi, vasi di fiori, cineserie) mentre sul soffitto le Ninfe svegliate dall’Aurora si recano a caccia al seguito di Diana.

Salone centrale
Dettagli della decorazione ad affresco dei fratelli Valeriani

Le stanze degli appartamenti sono un susseguirsi di affreschi, decorazioni stupefacenti, mobilio ricercatissimo, giochi di specchi, dettagli curiosi e trompe-l’oeil.

Immagini delle stanze degli appartamenti

La palazzina di caccia Stupinigi di Filippo Juvarra, gioiello dell’architettura tardobarocca europea, è il risultato di una carriera trentennale: l’approdo di una ricerca che sviluppava le tendenze delle grandi residenze extraurbane dell’Impero.

Il sito fa parte del circuito delle Residenze sabaude in Piemonte e dal 1997 è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO

Per un tour virtuale della Palazzina di caccia Stupinigi: http://tourvirtuale.venco.it/ 

Foto dell’articolo di Beatrice Savazzi© e Maria Elisabetta Poluzzi©

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