Pompei ed Ercolano rappresentano una perla assoluta in quanto a reperti legati all’antichità romana.
In particolare però risulta interessante come un numero notevolissimo di questi reperti, sia sculture che affreschi, sia arte erotica.
Questo è simbolo di una cultura, quella romana, molto più libera e meno tabuizzante sui temi sessuali di quanto non lo siano tante culture dei giorni nostri.
Quando vennero alla luce in seguito a scavi archeologici, tali scoperte provocarono un vero e proprio shock culturale: giacché la società settecentesca e ottocentesca era particolarmente pudica e attenta alla ”moralità”.
Basti pensare che alcuni affreschi a tema sessuale vennero coperti con l’intonaco…
Mentre nel 1819 fu lo stesso re del Regno delle Due Sicilie Francesco I, in seguito ad una visita con moglie e figlia che lo fece sentire particolarmente imbarazzato, a ordinare di raccogliere tutti i reperti erotici in un’apposita sezione museale accessibile solo “alle persone di età matura e comprovato rispetto nei confronti della moralità”.
E così rimase la situazione per parecchi anni…
Fino al 2000, quando l’arte proibita è stata definitivamente resa accessibile al pubblico, sebbene per i minori di 14 anni sia necessario un tutore.
Va specificato che molto di ciò che al nostro occhio appare pornografico, come ad esempio i falli eretti di grandi dimensioni, in molte culture dell’antichità erano semplicemente simboli che dovevano essere beneauguranti per la fertilità: così era per antichi romani e greci prima di loro.
Qualche esempio di arte erotica a Pompei:
Gli affreschi del Lupanare
I bordelli (”lupanari”) di Pompei sono decorati con affreschi che rappresentano scene erotiche esplicite con un gran numero di posizioni sessuali. Gli studiosi non hanno una riposta certa, anche ipotizzano che tali dipinti potessero servire come una sorta di pubblicità, oppure essere un modo per aumentare la tensione sessuale dei clienti.
Gli affreschi alle terme
Anche le terme suburbane raccolgono un gran numero di affreschi erotici, alcuni rinvenuti solo negli anni ’90. La loro funzione è tuttora dubbia, anche se si ipotizza siano legati al servizio di prostituzione presente proprio nello stabilimento balneare, piuttosto che come mera decorazione.
Priapo
Dio romano della fecondità, per questo rappresentato sempre con uno spropositato fallo in erezione. A Pompei le sue rappresentazioni sono ricchissime e a quanto pare era molto apprezzato dalla popolazione.