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Sulle orme di Garibaldi: la storia del Marsala

La storia e la fama del Marsala sono frutto di una serie di eventi che si intrecciano con la città siciliana – da cui il vino liquoroso ne prende il nome – con il commercio inglese e con la figura di Giuseppe Garibaldi a cui si deve l’Unità d’Italia.

Ancora oggi la città di Marsala pullula di numerose fotografie che testimoniano la presenza di Garibaldi, celebrandolo come l’Eroe dei due Mondi.

Di George Macaulay Trevelyan, Garibaldi e i Mille.

La Storia del Marsala

In principio la fortuna del Marsala fu merito degli inglesi. In particolare John Woodhouse, ricco commerciante inglese di Liverpool, sbarcò nel 1773 a Marsala dove gli fu offerto il miglior vino prodotto dalla popolazione locale, il Perpetuum, l’odierno Marsala. A quel tempo i produttori locali erano soliti aggiungere del mosto cotto al vino, tecnica denominata In Perpetuum, per l’appunto. 

Il vino assaggiato a Marsala affascinò tanto Woodhouse a tal punto da imbarcarne 50 pipe verso Liverpool. Il Perpetuum piacque molto alle classi nobiliari inglesi, tanto che Woodhouse decise di tornare in Sicilia e aprire una cantina che producesse Marsala con un metodo d’invecchiamento già sperimentato in Portogallo e Spagna, il Soleras. Tutt’oggi le nobili cantine di Buckingham Palace continuano ad essere rifornite di bottiglie di Marsala.

Marca depositata del Marsala della Woodhouse & C.

Una cinquantina di anni più tardi fu poi l’imprenditore Vincenzo Florio – personalità tra le più note di tutta la costa trapanese – a dare il via ad una propria produzione di Marsala, in concorrenza con quelle inglesi. Grazie ai Florio il Marsala fu esportato in ogni angolo del mondo e questa famiglia contribuì a mettere in risalto l’omonima città.

Etichetta Marsala di produzione dei Florio

Lo sbarco in Sicilia e la presenza inglese

L’11 maggio 1860 i garibaldini, partiti da Quarto e vestiti di rosso, scelsero Marsala come porto di partenza per l’unificazione della Penisola Italiana. Il caso volle che in quell’occasione vi fossero delle navi inglesi ferme al porto ad impedire ai Borboni di sparare sui garibaldini, agevolando così il loro sbarco.
Richard Cossins, vice console inglese, intervenne direttamente per fermare le autorità borboniche intenzionate ad aprire il fuoco, convincendo il capocannoniere ad aspettare finché tutti gli ufficiali inglesi non fossero risaliti a bordo delle loro navi.

Garibaldi e Il Marsala

Si dice che, proprio la notte dello sbarco in Sicilia, Garibaldi assaggiò l’antico Perpetuum nella sua variante più dolce apprezzandolo particolarmente (nonostante fosse astemio). In suo onore, i cittadini locali diedero al Marsala Superiore il nome di Garibaldi Dolce

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