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4 giorni di turismo sostenibile lungo la Via Francigena

Attraversare mezza Europa a piedi? Potrebbe sembrare una piccola impresa per una manciata di avventurosi. Tuttavia le statistiche raccontano che un numero sempre maggiore di camminatori decide ogni anno di affrontare le antiche vie di pellegrinaggio, oggi recuperate ad uso turistico in ogni angolo del Continente.

Tutti siamo già a conoscenza dell’avvenuta rivalorizzazione del millenario cammino di Santiago di Compostela. Decine di migliaia di viandanti scelgono da decenni questa destinazione per un’esperienza diversa dal comune. Ben pochi conoscono invece la Via Francigena, percorso dalle infinite potenzialità di sviluppo, recentemente candidato a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Antico tracciato medievale di congiunzione tra popoli dell’Europa Occidentale, la Via Francigena ha accolto per secoli pellegrini procedenti da Inghilterra, Francia e Svizzera. Nella maggior parte dei casi, Roma era la destinazione finale, da cui il nome alternativo di Via Romea. Non pochi pellegrini tuttavia, superata la Città Eterna, si spingevano fino a Brindisi per imbarcarsi verso la Terra Santa.

Attraversando quattro nazioni, la Via Francigena offre testimonianze culturali e paesaggistiche risalenti a ogni epoca della civilizzazione europea. Camminare lungo questo tracciato significa oggi imbattersi nelle molteplici varietà di forme e colori che caratterizzano il nostro Continente.

Il crescente successo di presenze lungo questo tragitto ha spinto i diversi attori economici delle aree geografiche attraversate a potenziare l’attrattività turistica di questa destinazione connaturatamente sostenibile.

Incluso nel 1994 tra gli “Itinerari Culturali Europei”, la valorizzazione strutturale del cammino francigeno ha rappresentato per le comunità locali un’occasione per introdurre nel proprio panorama di offerta turistica una nuova esperienza a buon mercato nel segno della sostenibilità.

Come affrontare un cammino

Siete pronti a mettervi in cammino? Vi consiglio di armarvi della mappa ufficiale della Via e, soprattutto, della credenziale francigena. La credenziale si presenta come un piccolo documento cartaceo sul quale, al termine di ogni tappa, verranno apposti dai gerenti delle strutture di accoglienza i diversi timbri delle località raggiunte. Molti ostelli, inoltre, albergano prioritariamente i turisti in possesso di questa credenziale.

Per chi di voi sarà in grado di raggiungere Roma, potrete mostrare non lontano da Piazza San Pietro la vostra serie di timbri collezionati lungo il percorso. Otterrete così il Testimonium, pergamena dal valore altamente simbolico per credenti e non credenti.

Non dimenticate di portare con voi uno zaino leggero con vestiti essenziali (che laverete regolarmente) e tanta acqua. Se avete comprato un paio di splendenti scarponcini, cercate di testarne la tenuta nelle settimane precedenti il vostro itinerario. Le calzature si adatteranno col tempo ai vostri piedi e eviterete pene e dolori.

Dei circa 1.700 chilometri che compongono il tracciato originale della Via Francigena (da Canterbury a Roma), andiamo oggi a esplorare una piccola sezione che collega Lucca a San Gimignano. Si attraversa qui un’area considerata tra le più affascinanti per ricchezza culturale e varietà paesaggistica. Buon cammino!

Le tappe toscane della Via Francigena

Lucca – Altopascio: 17 km, 4h di cammino

Di antiche origini romane – ne è ancora testimonianza il suo tracciato urbanistico composto da cardo e decumano – Lucca è l’ideale punto di partenza per chi voglia percorrere il tratto centrale della Via Francigena in Toscana.

Importante luogo di commercio di seta, olio e vino, Lucca è stata per secoli meta di pellegrinaggio francigeno. Il centro storico ci accoglie dentro la sua imponente cinta muraria, costruita tra il XVI e il XVII secolo e integralmente conservata. “Città delle cento chiese”, Lucca sorprende il visitatore per autenticità e valore artistico dei suoi monumenti, tra cui annoveriamo il Duomo di San Martino. Gioiello architettonico del gotico toscano, all’interno della cattedrale è custodito il Volto Santo, crocifisso medievale di legno policromo venerato da più di mille anni.

Abbandonate le maestose mura lucchesi, la tappa conduce il viandante in direzione di Altopascio attraversando Capannori e altri comuni limitrofi. Si tratta di un territorio geografico particolarmente urbanizzato, un tempo caratterizzato da aree palustri malsane bonificate nel corso dei secoli. Avvicinandosi ad Altopascio, si scorge all’orizzonte l’imponente struttura della “Domus Hospitalis de Altopassu”. Ospizio medievale tra i più popolari dell’Italia centrale, la Domus accoglie ancora oggi camminatori romei provenienti da tutta Europa.

Lucca, “Città delle cento chiese”

Altopascio – San Miniato: 25 km, 6h di cammino

Lasciandosi alle spalle il prezioso borgo di Altopascio, la seconda tappa prevista si snoda nel suo primo tratto attraverso la piana dell’Arno, in direzione di Galleno.

Superate le modeste alture delle Cerbaie, canali e campi coltivati sbucano a Ponte a Cappiano, il cui toponimo deriva dal ponte di origine medicea che la attraversa. A Fucecchio, paese natale di Indro Montanelli, entriamo per un brevissimo tratto in provincia di Firenze, prima di attraversare l’Arno e la sua ampia vallata.

Gli ultimi chilometri di questa tappa conducono lungo una strada tanto pittoresca quanto faticosa a San Miniato Alto. Città medievale contesa per secoli da fiorentini e pisani, San Miniato, è arroccata in posizione strategica sopra al Valdarno. Conserva chiese di pregio, monasteri e uno splendido seminario vescovile.

Paesaggio toscano a volo d’uccello

San Miniato – Gambassi Terme: 25 km, 6h di cammino

Superate le piane urbanizzate della Valdarno, si entra durante questa terza tappa in un contesto paesaggistico completamente nuovo. Ritroviamo qui quel carattere di perfetta armonia tra natura e artificio che popola il nostro immaginario collettivo quando pensiamo alla Toscana.

Dopo alcuni chilometri di colline e vigneti delimitati da filari di cipressi, la Pieve di Coiano, di stile romanico pisano-volterrano, appare dolcemente ai nostri occhi. Brevi tratti di strade sterrate scendono successivamente attraverso un’area più pianeggiante della Val d’Elsa. Si intraprende poi una pittoresca salita che conduce a una seconda Pieve, quella di Santa Maria Assunta a Chianni, altrettanto significativa per valore storico-artistico.

L’arrivo a Gambassi Terme è emozionante: da qui, per la prima volta, possiamo scorgere in lontananza le torri di San Gimignano. Località nota già in epoca medievale per le sue acque termali dai viandanti francigeni, Gambassi è oggi un tipico borgo toscano, dipinto di colori tenui e impreziosito da affascinanti incroci urbani.

Mattoni a vista tra le case di San Miniato

Gambassi Terme – San Gimignano: 14 km, 4h di cammino

La quarta e ultima tappa, tanto breve quanto suggestiva, attraversa un territorio capace di sorprendere il camminatore per la bellezza del paesaggio e per l’uniformità dei colori. Uliveti si alternano a vigneti seguendo un armonioso saliscendi di strade sterrate e piccoli boschi incontaminati.

Giunti alla millenaria Pieve di Cellole, il colpo d’occhio spazia su tutta la regione, in particolar modo sull’inconfondibile profilo di San Gimignano, destinazione finale del tragitto. Patrimonio dell’umanità UNESCO, questo borgo di fama globale conserva l’impianto urbanistico e l’aspetto stilistico architettonico tipici dell’epoca dei Comuni.

Durante il XIV secolo, momento di massima fioritura della società locale, si stima che ben 72 torri svettassero sulla città. Simboli monumentali dell’insediamento, oggi possiamo ancora ammirare 15 torri, le più alte delle quali sono la Torre Rognosa che si eleva sopra al Palazzo del Podestà nella piazza del Duomo, e la Torre Grossa. In cima a quest’ultima, una terrazza panoramica permette di ammirare uno degli scorci più celebri del nostro Paese.

Varcato l’accesso in città dalla Porta di San Matteo, una sensazione particolare potrebbe farsi largo tra i pensieri del viandante. Dopo chilometri di silenzio, solitudine e paesaggi idilliaci, ci si ritrova all’improvviso circondati da dense folle di turisti provenienti da ogni angolo del globo.

È il momento ideale per riposarsi seduti in uno dei caffè adagiati tra le vie del borgo e ripensare a luoghi, sapori e suoni vissuti lungo questo breve itinerario.

Le torri di San Gimignano
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