In Abruzzo, all’intero del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, esiste una delle più suggestive fortificazioni dell’Italia centrale: è Rocca Calascio. Un antichissimo castello medievale tanto incantevole da sembrare sospeso nel tempo.
La costruzione, considerata uno dei simboli della regione e situata ad un’altitudine di 1460 mslm, svetta tra i borghi più elevati della nostra Penisola. Le rovine dominano infatti tutto il territorio circostante, dalla Valle del Tirinio all’Altopiano di Navelli e la posizione baricentrica della rocca consente la visione a 360 gradi di un panorama mozzafiato. Con lo sguardo è possibile abbracciare tutti i monti appenninici d’Abruzzo: il Gran Sasso e la piana di Campo Imperatore, il Velino-Sirente, la Maiella e i Monti Marsicani.

Ai piedi della Rocca, lungo il sentiero che collega l’antico borgo al castello, si trova la piccola chiesa di Santa Maria della Pietà, edificio a pianta ottagonale eretto nel 1596 sul luogo, secondo la leggenda, dove la popolazione mise in fuga una banda di briganti.

La storia di Rocca Calascio è strettamente legata al suo territorio, una vasta area di confine popolata fin dalla notte dei tempi. Le prime fonti raccontano di un interesse strategico-militare del luogo, tanto forte da essersi concretizzato intorno all’anno Mille, periodo in cui molto probabilmente avvenne la prima costruzione di un complesso murario. Durante la prima metà del 1100 invece, è documentata l’edificazione di un vero e proprio castelletto a scopo difensivo, realizzato per volontà di Ruggero II d’Altavilla, primo re del Regno di Sicilia.
Tra il XIV e il XV secolo, attorno al punto di avvistamento cominciarono a svilupparsi diversi centri abitati, un cambiamento che porterà poi all’evoluzione dei suoi scopi e della sua fisionomia. La struttura attuale di Rocca Calascio si deve infatti ai lavori di ampliamento avvenuti durante il 1463, quando la fortificazione smise di ricoprire funzioni militari per assumere, invece, un ruolo legato al settore economico e sociale. Il castello, forte di quattro imponenti torrette realizzate in pietra bianca e conci squadrati, divenne un presidio perfetto per il controllo delle greggi in transumanza.

Il violento terremoto che nel 1703 colpì la provincia aquilana, cambiò per sempre le sorti della Rocca e del suo borgo: i danni riportati dal castello e dalle abitazioni costrinsero la popolazione a trovare rifugio nelle vallate sottostanti. Pian piano Rocca Calascio si spopolò fino a risultare completamente disabitata nel 1957.
Un paese fantasma, quindi? Per fortuna, ad oggi, non proprio! Tra il 1980 e il 1990, il piccolo Borgo è stato protagonista di alcuni interventi di restauro e riqualificazione dell’area, che hanno fortemente contribuito alla sua rinascita. Proprio per la bellezza di questo luogo infatti, l’industria cinematografica ha più volte scelto Rocca Calascio come set per eccellenza di alcune importanti pellicole, tra le più famose “Lady Hawke” (1985) e “Il Nome della Rosa” (1986). Ancora oggi, il fascino e la solennità di questo luogo sospeso nel tempo richiamano migliaia di visitatori ogni anno, tanto da aver attirato l’attenzione anche della rivista National Geographic, che ha riconosciuto il castello come uno tra le 15 fortezze più belle del Mondo.