Vai al contenuto

L’arte dell’intreccio salentino

Chiunque abbia avuto la possibilità visitare Otranto, avrà fatto caso agli artigiani sparsi per il centro storico, circondati da cesti e intenti ad intrecciare dei lunghi fili. Si tratta dell’antica arte del giunco. Noi siamo stati proprio ad Otranto e abbiamo incontrato uno di questi artisti, Antonio, e con lui abbiamo cercato di saperne di più.

Come nasce questa tradizione

Quest’arte nasce dalla necessità di costruire attrezzi utili per le faccende quotidiane con materiali naturali. Il tutto consiste nell’intreccio di piante (come il giunco) al fine di ottenere cestini, panieri e nasse da pesca (reti per la cattura dei pesci). Si diffonde in Salento (Acquarica del Capo è uno dei centri più importanti), dove grazie alla presenza di alcune zone paludose si riesce facilmente a reperire il suddetto giunco. Solitamente la raccolta avviene da giugno ad agosto e, una volta lavorata e trattata, la pianta è pronta all’utilizzo. Può subire vari processi come la bollitura, l’essiccatura e la zolfatura. Quest’ultimo processo rende la pianta malleabile e dal tipico colore giallino. Solo a quel punto i fili iniziano ad essere intrecciati fino ad ottenere cesti o panieri utili a contenere frutti, cibi o nasse. In passato venivano anche utilizzati per la produzione della ricotta o dei formaggi.

Curiosità: La giuncata leccese è un formaggio fresco che, appena fatto, veniva messo a scolare proprio sui giunchi! Da qui il caratteristico nome.

La semplicità e praticità di questi oggetti, li portò ad essere richiesti non solo tra i mercati salentini ma anche nel resto dell’Italia e perfino in Francia e Inghilterra. A partire dal ‘900, infatti, dopo essere stati messi in mostra all’Esposizione mondiale di Vienna nel 1873 e alla Mostra Nazionale di Torino, questi manufatti artigianali superarono i confini nazionali.
Oggi questo tipo di lavorazione non viene utilizzata solo per necessità o per la pesca, ma anche per la creazione di oggetti d’arredo e design come lampadari.

Lampadari in giunco

Antonio artigiano di un tempo

Tuttavia l’arte in sé non è diffusa come in passato, e se vogliamo ammirare alcuni artigiani all’opera bisogna andare proprio in Salento (ne rimangono il maggior numero in assoluto), dove i pescatori lavorano abitualmente il giunco per la costruzione di attrezzi o nasse da pesca.

Tra questi artisti troviamo Antonio, che ci ha raccontato la sua storia: all’età di 12 anni decise di intraprendere il mestiere del padre pescatore, ma per farlo occorreva avere gli attrezzi giusti, che Antonio preparava da sé grazie ai consigli del padre, suo insegnante. Iniziò infatti una piccola produzione di nasse da pesca. Da lì nacque la sua passione e ben presto, dopo aver acquisito manualità, iniziò anche a creare cestini e contenitori su cui poggiare il pesce fresco pronto per essere venduto.

Antonio ancora oggi lavora i giunchi a casa sua, nel centro storico di Gallipoli, è sempre molto gentile e cordiale con i turisti e tutti coloro che si avvicinano, incuriositi dalla sua manualità. È portatore di un sapere antico e prezioso che arricchisce e caratterizza il nostro paese, e che speriamo si possa tramandare in futuro anche alle nuove generazioni.

Eccellenza Italiana

Eccellenza Italiana

Dante e Petrarca lo chiamavano il Bel Paese, noi vi spieghiamo perché oggi lo è ancora

Condividi

Continua a leggere