L’Italia del boom economico è stata una terra travolta dalle passioni e dall’entusiasmo, ma anche dalla rabbia e dalla paura. La leggerezza dei capelli sciolti in sella a una vespa si è avvicendata con i fischi delle prime pallottole degli Anni di Piombo.
“Il miracolo” italiano ha portato in dote un aumento del PIL impressionante: in appena vent’anni, dal 1950 al 1970, il prodotto interno lordo è cresciuto di venti volte. Una maggiore capacità d’acquisto unita ad una aumentata globalizzazione (grazie alla diffusione di elettrodomestici quali la televisione e la radio), ha amplificato le vedute e i modi di pensare nel Belpaese.
Dall’altra parte dell’oceano la cultura hippie e della Beat Generation americana esercitarono un certo fascino su larghi strati della gioventù europea, che iniziarono a voler esplorare nuovi modi di comunicare e di rappresentare se stessi e la società.
Ben prima dei moti epocali del 1968, ci furono già ampi segnali circa l’insofferenza con cui i ragazzi e le ragazze italiane percepivano il contesto nazionale. A una crescita esponenziale dal punto di vista economico, non si è accompagnata infatti un eguale progresso sociale e civile.
Gli anni Sessanta italiani presentavano un cosmo sociale largamente ancorato allo stile di vita di campagna, in un mondo ormai proteso sul dinamismo urbano. Temi come quello della sessualità erano ancora trattati con estremo imbarazzo mentre la parità di genere, la libertà dei costumi e l’omosessualità erano dei tabù radicati nel profondo.
In tal senso, vediamo oggi due episodi che hanno fatto discutere parecchio a riguardo: l’uscita del reportage Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini e lo “scandalo della Zanzara” a Milano.
Il primo episodio
Nel 1965 venne pubblicata una profonda video inchiesta nella nostra storia culturale, con il microfono in mano stimola riflessioni e sforna domande a ripetizione. A interloquire con lui, di volta in volta, si presenta una folla eterogenea. Si passa dall’ingenuità fanciullesca al pudore del “buon padre di famiglia”, dai gruppi di operai agli esponenti della media borghesia, dai contadini agli studenti universitari. Viene chiesto ai bambini “come nasce un neonato”, a giovani donne cosa ne pensano degli “invertiti” e a uomini in età matura di esprimersi riguardo la Legge Merlin (che a partire dal 1958 aveva ordinato la chiusura delle case di tolleranza).
Si vengono a creare numerosi quadretti capaci di strappare un sorriso, ma che ben inquadrano la difficoltà degli italiani di parlare apertamente di certi temi in pieno boom economico. All’interno della pellicola vengono poi inseriti alcuni dialoghi con intellettuali di primo livello, da Alberto Moravia al professor Cesare Musatti, passando per Oriana Fallaci e Giuseppe Ungaretti.
Un progetto documentaristico del genere non aveva avuto precedenti nello Stivale, e aiutò a far venire a galla il moralismo imperante di quel periodo.

Il secondo episodio
Pochissimo tempo dopo il giorno di San Valentino del 1966 presso il Liceo Classico Giuseppe Parini di Milano successe qualcos’altro. Il giornale degli studenti dell’Istituto scolastico, chiamato “La Zanzara”, inserì tra le sue pagine un’inchiesta circa la condizione delle donne nella società italiana.
Si parlava, tra le altre cose, di sesso prematrimoniale e di libertà nei costumi.
La cosa gettò un enorme scandalo sui giovani, che coinvolse l’intero spettro politico e con esso il mondo dell’informazione.
I tre giovanissimi caporedattori, Marco de Poli, Claudia Beltrami Ceppi e Marco Sassano, furono costretti a subire un processo contraddistinto dalla presenza di centinaia di giornalisti. La strumentalizzazione partitica del caso vide formarsi lo schieramento dei colpevolisti, guidato dalla Democrazia Cristiana, contro lo schieramento degli innocentisti portato avanti da ampie fette della sinistra.
La perdita dei valori e del rispetto delle tradizioni fece chiacchierare assai, ma intanto un nuovo periodo di rottura nei confronti del passato era agli albori. La musica, il cinema, le manifestazioni di piazza, i cortei, le proteste, le occupazioni, gli slogan contro la guerra.
Di certo anche il rapporto con la sessualità in tutte le sue sfaccettature stava mutando.
Un tema delicato come il divorzio, su cui Pasolini pose quesiti ai passanti all’interno del suo reportage, è stato legalizzato cinque anni dopo con l’introduzione della legge n. 898 nel 1970.
Insomma, i due episodi di cui abbiamo parlato in questo articolo, Comizi d’Amore e lo scandalo della Zanzara, ben si inseriscono in una fase di grande transizione, che richiedeva nuove forme espressive e la volontà di rompere alcuni tabù del passato.