Il mare, la salsedine, l’odore della crema solare, l’anguria, la notte di San Lorenzo… E potrei andare avanti all’infinito! Ma per completare questo mood vacanziero, vi propongo i miei film preferiti a tema estate all’italiana. Dei veri e propri cult generazionali dagli anni sessanta ad oggi ambientati d’estate nel Bel Paese.
Partiamo? La musica per il viaggio però la metto io.
Il sorpasso (1962)

Roma, Ferragosto del 1962, Bruno (Vittorio Gassman) alla guida di una Lancia Aurelia convince Roberto (Jean-Louis Trintigrant), un timido studente di legge, a unirsi a lui in viaggio. Il Sorpasso è considerato il primo, vero road movie della storia del cinema, influenzando registi come Martin Scorsese e Dennis Hopper (che si ispirò a Il Sorpasso per girare qualche anno dopo il suo Easy Rider).
Il film di Dino Risi è senza dubbio uno dei capisaldi della commedia all’italiana e ci restituisce uno spaccato dell’Italia (spensierata) degli anni sessanta, nel pieno del “miracolo economico”. È un momento di svolta per la storia italiana, in una corsa sfrenata per la modernità e per un futuro migliore.
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974)

Mariangela Melato e Giancarlo Giannini sono di nuovo insieme sul grande schermo dopo Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e Film d’amore e d’anarchia (1973) per la regia dell’immensa Lina Wertmüller, la prima donna candidata all’Oscar come migliore regista grazie al film Pasqualino Settebellezze (1975). I due attori vengono entrambi dal teatro, tra loro si crea subito una strana alchimia e in Travolti da un insolito destino sono ormai perfettamente affiatati.
Sono gli anni 70 in un’Italia spaccata in due, anni di scontri tra la nascente classe industriale e quella proletaria. Wertmüller racconta queste istanze sociali mettendo in scena – su un’isola deserta – la lotta di classe attraverso il personaggio della Melato, una facoltosa milanese in vacanza, e quello di Giannini, un burbero marinaio siciliano. Nord e Sud, uomini e donne, servi e padroni, capitalismo e comunismo. Olè!
Caro Diario (1993)

«Caro Diario, sono felice solo in mare. Nel tragitto da un’isola che ho appena lasciato, e un’altra che devo ancora raggiungere» ci racconta la voce fuori campo di Nanni Moretti mentre scrive le pagine del suo diario.
Il film è diviso in tre episodi, il primo è forse il più noto con l’immagine (diventata iconica) di Moretti che gira in Vespa per una Roma deserta, avventurandosi tra viette e quartieri desolati. Lo sguardo sognante del regista-attore ci porta in giro per Roma fino a Ostia, sulle orme di Pier Paolo Pasolini. Caro Diario io la definirei una “commedia malinconica”: le periferie romane sono avvolte da quel silenzio tipico dell’estate in città, l’afa rallenta il ritmo della quotidianità e il tempo si dilata, lasciando spazio alla contemplazione della vita e delle cose.
Il postino (1994)

Impossibile non citare Il postino, diretto da Michael Redford e candidato a cinque premi Oscar (di cui vince quello per la miglior colonna sonora del maestro Luis Bacalov). Un film poetico e commovente sull’importanza della “scoperta”: dell’amicizia, dell’amore, della poesia, della bellezza.
Mario Ruoppolo (Massimo Troisi) è un giovane figlio di pescatori che viene assunto come postino “personale” del poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret) in esilio politico. In una delle scene più emblematiche del film, Mario registra “i suoni dell’isola” da inviare al suo amico Neruda per ringraziarlo di avergli insegnato la poesia. Un film sincero, umano, pieno di vita, per cui Troisi ha dato letteralmente tutto se stesso. Volle girare Il postino a tutti i costi, rimandando persino un trapianto al cuore. Si spense nel sonno poche ore dopo la fine delle riprese.
Tre uomini e una gamba (1997)

Tre uomini e una gamba segna l’esordio al cinema di Aldo, Giovanni e Giacomo, alla regia del film con Massimo Venier. Una commedia on the road da Nord a Sud con un Garpez nel bagagliaio.
All’interno del film vengono inseriti anche tre “siparietti”, ovvero tre cortometraggi che a loro volta strizzano l’occhio a tre generi cinematografici: il pulp à la Tarantino, l’horror e il neorealismo. Tra le scene più celebri – o perlomeno quelle che a me fanno sempre ridere – la partita di calcio in spiaggia, la telefonata in macchina e la roccia friabile. Tre uomini è una gamba è un film senza tempo, un evergreen, la spensieratezza della narrazione e delle gag lo rendono una vera pillola per il buonumore <3
Chiamami col tuo nome (2017)

Le giornate in quel di Crema e dintorni trascorrono tranquille per Elio (Timothée Chalamet), a scandire il tempo solo l’ozio e l’afa estiva, finché non entrerà nella casa di famiglia (e nella sua vita) uno studente di nome Oliver (Armie Hammer).
Tratto dall’omonimo romanzo di André Aciman, Chiamami col tuo nome racconta la storia di un amore estivo, che svanisce col finire dell’estate. Ambientato negli anni ottanta, Chiamami col tuo nome è un film fatto di attese, l’atmosfera è avvolgente (merito anche della colonna sonora di Sufjan Stevens) e non mancano gli omaggi del regista Luca Guadagnino ai maestri che l’hanno ispirato, da Bernardo Bertolucci a Éric Rohmer. L’estate la si respira in ogni frame: la noia della provincia, il bar della piazza, gli anziani che giocano a carte, le canzoni di Battiato in radio.