I mercati italiani sono identitari delle comunità del luogo e spesso ne costudiscono la memoria e la storia. Da Nord a Sud, nei mercati rionali italiani si possono acquistare cibi, spezie, oggetti vintage e tradizionali, divenendo delle vere e proprie attrazioni turistiche per i visitatori.
1. Mercato di Mezzo – Bologna
Il Mercato di Mezzo di Bologna ha origini medievali e rappresenta uno dei luoghi cardine in cui poter assaporare il gusto della tradizione culinaria bolognese ed emiliana.
Situato nel quartiere centrale del Quadrilatero, il Mercato di Mezzo deve questo nome alla sua posizione tra due importanti piazze, anche esse adibite a loro tempo a zone commerciali, ovvero Piazza Maggiore e Piazza di Porta Ravegnana.
A seguito dell’Unità d’Italia è stato trasformato nel primo mercato coperto della città di Bologna; nel 2014 è stato oggetto di un intervento di riqualificazione grazie a cui è divenuto un polo di enogastronomia d’eccellenza per la comunità locale e forestiera. È disposto su tre livelli in cui è possibile trovare chioschi alimentari, birrerie artigianali, catene di ristorazione e botteghe storiche.

2. Mercato di Campo de’ Fiori – Roma
La Città Eterna ospita numerosi mercati rionali situati in vari punti della capitale. Tra tutti, il mercato rionale di Campo de’ Fiori gode di una fama particolare, vista la posizione centrale in cui si snoda e le sue radici storiche. Si pensa che l’origine del nome derivi dal fatto che una volta fosse un campo completamente ricoperto di margherite, prima che Papa Callisto III facesse pavimentare l’area.
Il Mercato di Campo de’ Fiori racchiude in sé un fascino unico e incarna l’essenza romanesca. Qui si possono acquistare ortaggi e verdura locali, piante e fiori dai colori vivacissimi, oltre che la tipica pizza romana.
Nel periodo antecedente al 1869, anno di nascita del Mercato di Campo de’ Fiori, l’omonima piazza fu teatro di molte esecuzioni capitali, tra cui quella del filosofo e scrittore Giordano Bruno. Inoltre in questa piazza fu girato, nel 1943, il film Campo de’ fiori diretto da Mario Bonnard e sceneggiato da Federico Fellini, con Aldo Fabrizi, Anna Magnani e Peppino De Filippo.

3. San Gregorio Armeno – Napoli
Quello di San Gregorio Armeno non è un vero proprio mercato, quanto una via permeata da un fascino folkloristico e pittoresco che lo hanno reso così celebre e, ancora oggi, una vera attrazione per i visitatori.
Situato nel quartiere Spaccanapoli, San Gregorio Armeno ospita negozietti e botteghe che espongono tutto l’anno non solo statuette tipiche del presepe, ma anche di personaggi storici e contemporanei dal mondo della tv, del calcio, della politica e del cinema.

4. Mercato di Ballarò – Palermo
Il Mercato di Ballarò è il più grande e antico della città di Palermo. Esso risale all’epoca di dominazione araba e si snoda da piazza Casa Professa fino ai bastioni di Corso Tukory.
Passeggiando per le vie del Mercato si ha la sensazione di far parte di un quadro variopinto e vivace dalle sfumature arabeggianti: i colori dei frutti, il profumo delle spezie e dello street food palermitano, il suono delle abbanniate (grido di richiamo) dei commercianti palermitani movimentano questo angolo del capoluogo siciliano.
Proprio grazie all’indole allegra e generosa dei vari ambulanti palermitani, è usuale che ai visitatori curiosi vengano fatte assaggiare prelibatezze locali, dalle panelle al polpo, dalle crocchette di patate al panino con la milza.
Sull’origine del nome vi sono diverse teorie, ma la più accreditata è quella che fa riferimento al villaggio di Bahlara, non lontano da Monreale dove si acquistavano dai mercanti arabi le merci da rivendere. Da qui il nome del Mercato di Ballarò.

5. Mercato Nuovo – Firenze
Situato in pieno centro a Firenze, a pochi passi da Piazza della Signoria e dal Ponte Vecchio, si trova il Mercato Nuovo di Firenze, o più comunemente conosciuto come Mercato del Porcellino.
Il Mercato si svolge giornalmente sotto un loggiato costruito nel 1547 secondo il progetto di Giovan Battista del Tasso ed ospita per lo più bancarelle adibite alla vendita di pelletteria, cuoio e souvenir. Anticamente, invece, era destinato alla vendita di stoffe pregiate, cappelli di paglia, fiori ed oggetti artigianali di manifattura toscana.
Una caratteristica del Mercato che incuriosisce i passanti si trova a lato di una delle sue entrate d’accesso, ovvero la statua bronzea di un cinghiale. Quest’ultima fu inizialmente costruita ed adibita a fontana per volere di Cosimo II de’ Medici nel 1612 per offrire rifornimento idrico ai commercianti che lavoravano al Mercato.
Una credenza popolare attorno alla statua, ancora oggi molto diffusa, sostiene che accarezzando il muso del cinghiale o inserendo una monetina al suo interno sia un gesto di buon auspicio.

6. Mercato di Porta Palazzo – Torino
Quello di Porta Palazzo è il più grande tra i mercati all’aperto di Torino e d’Europa. Si estende per tutta Piazza della Repubblica, nel pieno centro cittadino torinese.
È possibile fare acquisti di vario genere, dai prodotti locali a quelli dei vicini comuni montani o collinari, da oggetti casalinghi a spezie orientali. Il Mercato di Porta Palazzo, o comunemente chiamato di Porta Pila dai torinesi, costituisce un autentico crocevia di culture e tradizioni da tutto il mondo.
Parte del Mercato si svolge all’interno dell’Antica Tettoia dell’Orologio. Inoltre il Mercato di Porta Pila si trova a pochi passi dal Balon, mercatino delle pulci che si tiene ogni sabato mattina.

7. Mercato di Rialto – Venezia
Tra i più antichi d’Italia, quello di Rialto è un Mercato unico nel suo genere. Punto di riferimento per i cittadini veneziani e affollato sin dalle prime luci dell’alba da folle di commercianti e turisti che vi si riversano tra i banchi generosi. Questi offrono pesce lagunare fresco, frutta e ortaggi coltivati sull’isola di sant’Erasmo.
Il Mercato si estende tra Piazza delle Erbe e la Loggia della Pescheria e da sempre si fa polo promotore per la lotta contro l’assalto turistico della laguna veneta. Non a caso su alcuni muri si ritrovano slogan in dialetto veneziano come «Rialto no se toca» (Rialto non si tocca) e «Mile ani de pescaria non se buta via» (Mille anni di pesca non si buttano via).
